I fratelli Fan, che già conosciamo per aver dato vita a libri meravigliosi come “Il giardiniere notturno”, “La Nave Cervo” (realizzato assieme a Dashka Slater) e “Dove il mare incontra il cielo”, sono tornati nel 2020 con un nuovo albo illustrato(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che, che, come sempre, non ha deluso i lettori, dimostrandosi all’altezza del resto della loro produzione. Per “Barnabus” ad affiancare Terry ed Eric Fan c’è anche il terzo fratello, Devin, che nella vita di tutti i giorni è un animatore socioeducativo.
Barnabus
The Fan Brothers, traduzione a cura del laboratorio di inglese del corso “Tradurre la letteratura per ragazzi V edizione” della Fondazione Unicampus San Pellegrino. Coordinamento di Simona Mambrini, Gallucci, 2020 – Età di lettura consigliata: dai 4 anni
Questo nuovo albo ha un protagonista alquanto singolare. Barnabus, infatti, è una sorta di ibrido, un animaletto metà elefante e metà topo. A ben pensarci, è buffo come questo esserino fonda in sé le caratteristiche di due creature che, solitamente, vengono considerate agli antipodi e, anzi, destinate, se possibile, a evitarsi reciprocamente. In lui, per un curioso esperimento, si sono incontrate.
Eccolo Barnabus, lo vediamo rinchiuso nei sotterranei di un laboratorio, protetto da una campana di vetro, nascosto alla vista di tutti perché imperfetto, mal riuscito. Assieme a lui, tanti altri animaletti, considerati inutili perché particolari, non convenzionali.
Esattamente sopra al laboratorio, alla luce del sole, sta il negozio “Perfect Pets”. Il nome spiega già in modo evidente che cosa venda e anche come mai Barnabus e i suoi amici non siano esposti tra i suoi scaffali, alla vista dei clienti.
Nella sezione Progetti Scartati a Barnabus in fin dei conti non manca nulla. Ha formaggio e noccioline e un riparo. Quando però un giorno gli uomini, che a lui appaiono come Giganti Verdi, lo etichettano come pronto per essere riciclato e trasformato in un nuovo Progetto, lui non si arrende al suo destino.
Tante volte si è immaginato fuori da quel laboratorio buio, ha sognato le stelle e aria fresca, delle quali ha soltanto sentito raccontare dallo scarafaggio Pip. Questa volta decide di passare all’azione e nel farlo coinvolge i suoi amici. Le rocambolesche avventure che dovranno affrontare non saranno nulla al confronto con la libertà che riusciranno finalmente a conquistare.
Del piccolo Barnabus mi piacciono il coraggio e l’amore per se stesso e per gli altri
Più volte nel corso della storia, davanti a chi lo invita a demordere, giudicando il suo sogno irrealizzabile, il topo-elefante risponde “Niente è impossibile”. È la sua caparbietà, è la voglia di non arrendersi che gli permette di far sì che il suo desiderio si avveri.
Tutto apparentemente rema contro di lui: è piccolo, imperfetto, senza particolari capacità o doti. Per di più è chiuso sotto a una pesante campana di vetro. Eppure Barnabus, contro ogni previsione, ci crede e ci riesce. Anzi, ci riesce perché ci crede, ci crede così tanto da convincere anche gli altri a crederci, insegnando loro che l’unione fa la forza, nei sotterranei e nella nuova vita alla luce del sole. Ognuno dà il suo personale contributo, ricorrendo a volte proprio a quelle caratteristiche che hanno fatto sì che qualcuno lo ritenesse da scartare. Barnabus, dal canto suo, saprà letteralmente far sentire la sua voce.
Inoltre, nel momento in cui i Giganti Verdi vogliono riciclarlo, trasformandolo in qualcosa che ai loro occhi sia più bello, più utile, più adatto al mondo che sta fuori dal laboratorio, in Barnabus nasce una nuova consapevolezza, un pensiero affatto scontato, che si presenta ai lettori come un messaggio potente, come una verità che sconcerta e riempie il cuore di calore. Barnabus si piace così com’è.
Non con il pelo più morbido o con gli occhi più grandi, non perfetto secondo canoni stabiliti da altri. Si ama così come si vede: strano, buffo, impacciato, ma anche sognatore, innamorato di un mondo che ancora non conosce, con un animo capace di gioire delle piccole cose e al contempo di pensare in grande. Ama anche la sua proboscide, le zampotte da elefante, i suoi occhi a spillo, le orecchiette troppo pelose e la sua coda da topo. Si ama nel suo essere diverso, perché sa in cuor suo che è questo insieme di imperfezioni e apparenti difetti a renderlo indiscutibilmente unico.
L’autentica passione dei Fan Brothers per le avventure, i viaggi e gli scenari onirici traspare anche in questo albo. Il mondo sotterraneo, costantemente permeato di una luce bluastra e quasi irreale, lascia il posto al candore delle pagine in cui Barnabus prende finalmente la decisione di provare ad imprimere una svolta alla sua vita. Sembra quasi che ad illuminarle sia l’idea del piccolo topo-elefante, la nuova prospettiva che vede davanti a sé. Anche i colori dei manti dei suoi amici paiono accentuarsi, sono più vividi e allegri.
La loro fuga è un autentico crescendo, un percorso labirintico tra tubi color ottone, una corsa in cui nessuno viene lasciato indietro o dimenticato. Eccoli infine affacciarsi nel mondo di sopra, letteralmente irrompervi in una grande onda azzurra che si riversa nel bel mezzo dell’ordinato negozio di animali perfetti.
La scelta di farli sbucare proprio lì ha un che di simbolico, come a dire che l’imperfezione non va nascosta, ma anzi, può portare con sé vitalità, allegro disordine, scompiglio e sorpresa.
Quando cala la sera, gli animaletti contemplano per la prima volta le luci della città e uno splendido tramonto tinge le pagine di un caldo arancio.
Dopo una lunga e avventurosa giornata, ritorna la notte e con lei il buio. Questa volta, però, ha tutt’altro sapore e porta con sé la consapevolezza che, uniti, si può davvero arrivare ovunque.
La traduzione di questo albo è frutto di un lavoro corale, a cura dei traduttori del corso di perfezionamento “Tradurre la letteratura per ragazzi V edizione” della Fondazione Unicampus San Pellegrino, che forma da oltre vent’anni traduttori per il mercato dell’editoria.
