Quentin Blake è uno dei miei illustratori preferiti, non so dire se sia per il dinamismo delle sue immagini o perché l’ho ormai associato in maniera indissolubile alle meravigliose storie di Roald Dahl, che io e la mia famiglia adoriamo, ma quel che è certo è che quando ho visto ritornare sullo scaffale della libreria questo suo illustrato non ho potuto trattenere a lungo il desiderio di possederlo.
Lavandaie scatenate
di John Yeoman, illustrazioni di Quentin Blake, trad. Luigi Berio, Edizioni Clichy, 2018
Età di lettura suggerita: dai 5 anni
“Lavandaie scatenate” è la spassosa storia di sette lavandaie costrette ogni giorno ad andare al fiume e lavare a mano montagne di panni sporchi. La loro fortuna è il fatto che sono molto amiche e che affrontano le fatiche immani del loro lavoro sempre con un sorriso, cosa che le fa conoscere in paese come le lavandaie più brave in assoluto.
Tuttavia il loro malessere per un lavoro così pesante, e che sembra moltiplicarsi di giorno in giorno, cresce così tanto che un giorno sfocia in una vera e propria ribellione: le donne di punto in bianco lasciano in magazzino calzini e fazzoletti sudici e scappano, dando sfogo a tutta la loro voglia di vivere.
L’euforia dei primi momenti di libertà è tale e tanta che non riesce a placarsi dopo una veloce evasione fuori programma. Come ci suggerisce il titolo, le lavandaie perdono completamente il controllo e diventano il terrore di tutti i villaggi, saccheggiano gli alberi da frutto, suonano le campane di notte, insomma diventano un branco di monelle.
Sembra che la loro parte più scatenata e infantile, una volta liberata dal peso delle incombenze quotidiane, non riesca a rientrare e ad imbrigliarsi di nuovo all’interno del buonsenso e così le lavandaie scorrazzano in lungo e in largo senza che nessuno osi fermarle.
La gente è intimorita da queste donne imprevedibili, ma sette taglialegna forti e senza paura decidono di spaventarle sporcandosi di fango in modo da sembrare mostruosi! L’idea sarebbe grandiosa ma gli uomini non hanno fatto i conti con l’irruenza del gruppo delle scatenate: quando li vedono arrivare, invece di spaventarsi, di fronte a tutto quello sporco sentono risvegliarsi in loro una sorta di deformazione professionale e così con le loro braccia possenti (rese tali dal duro lavoro) danno una bella lavata ai taglialegna e… sorpresa! Scoprono sette tipi forti e nerboruti proprio adatti a donne come loro.
La prima considerazione che viene da fare leggendo questa divertente storia è che sia un testo femminista che finalmente riscatta le donne dalla schiavitù dei lavori a loro destinati, ma pesanti tanto e più di quelli maschili. Non mi trovo del tutto d’accordo però, perché preferisco credere che sia una storia di riscatto personale declinabile sia al maschile che al femminile, che ci ricorda, specialmente in un mondo competitivo e dedito esclusivamente al lavoro come il nostro, che alcune volte bisogna avere il coraggio di alzare la testa e seguire il proprio istinto e che se un lavoro fa sentire tristi e sfruttati, non è quello giusto.
Credo sia un bel messaggio anche da insegnare ai nostri bambini per il futuro, veicolato da una storia così veloce, allegra, spumeggiante che non risulta in alcun modo pesante o retorica. Consiglio la lettura di questo spassoso albo anche come prima lettura in autonomia.
C’è poi un aspetto storico se vogliamo, che potrebbe fare da spunto per tante attività di ricerca: quello della lavandaia infatti è un mestiere che ormai non esiste più, i nostri bambini sono abituati alle lavatrici ultramoderne e a cambiarsi vestiti ogni giorno senza nessun problema, ma basta tornare ai tempi delle nostre nonne per ritrovarlo e non sarà difficile ricercare qualche immagine online che faccia da spunto per parlare dei mestieri di un tempo.
Insomma un libro sorridente ma anche di spessore, che ben si adatta a queste calde giornate estive, un’avventura all’aria aperta per far divertire i vostri bambini.
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