Sfogliare il catalogo dei Minibombo è gioia per pupille e papille. Dall’occhio parte un sorriso con l’istantanea produzione di acquolina in bocca… ci si sta preparando per una scorpacciata di immagini non convenzionali e buffissime avventure.
La presenza in copertina(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome e fra le pagine delle loro pubblicazioni di colori vivaci e ben assortiti genera un picco di endorfine, quelle sostanze rilasciate dal cervello che inducono sensazione di benessere. Si percepisce che le loro storie conquistano con protagonisti insoliti come forme geometriche o ritagli, o attirano grazie a un pupo esploratore in tuta (Tutino, appunto!) oppure divertono per la scelta dei tanti tipi di animali, castori, criceti, cani, pesci e ricci.
Sì, perché il mondo dei Minibombo è uno zoo in continua crescita, è il regno di una fauna stilizzata, irsuta o liscia, sempre stravagante e imprevedibile e sempre seguita con simpatia dai bambini.
La cosa straordinaria è che il loro spirito serio e burlone e la loro cifra stilistica non attraversano soltanto i libri illustrati destinati a bambini piccini ma mettono radici profonde anche nelle trasposizioni digitali interattive, rivolte allo stesso pubblico e anche ai fratelli un po’ più grandi.
I Minibombo sono fra i pochi editori italiani ad aver scelto, ormai da tempo, la forma espressiva del linguaggio interattivo per far vivere le loro storie.
Finora hanno trasformato in applicazioni 5 titoli su 41 del catalogo, la tensione creativa è costante e non deludono perché creano conversioni intelligenti sfruttando in pieno le prerogative dei supporti elettronici touchscreen. Le loro app vivono una vita e una fortuna autonoma nei tablet o negli smartphone andando a onorare uno spazio creativo diverso da quello che si può esprimere con la carta.
Su Milkbook lo sguardo attento di Francesca Tamberlani ha recensito il libro e le app di Il Libro bianco – vincitore del Bologna Ragazzi Digital Award nel 2014 – e Forme in gioco, pertanto il mio invito è raggiungere la sua analisi precisa e appassionata seguendo i link.
Qui invece ci concentriamo sul confronto fra libro e app delle altre tre pubblicazioni, passo per passo.
Dalla Chioma
L’albo Dalla Chioma è di ampie dimensioni, adatte ad ospitare il fusto di un alto albero e il suo fogliame e, coerentemente, si apre e si sfoglia in senso verticale. Alla base dell’albero c’è un topolino che anela una castagna appesa lassù, vorrebbe mangiarla. Così inizia a scuotere il tronco, un po’ da una parte e un po’ dall’altra, ma dall’imperscrutabile fogliame casca una volpe. La volpe si fa minacciosa nei confronti del topolino e lui per sfuggirle risale il tronco salendo sull’albero.
La volpe si comporta come il suo predecessore e a sua volta scuote l’albero (punta a far cadere il topolino o la castagna?) ma è un cinghiale alquanto innervosito a precipitare, e sarà la volpe a darsela a gambe, trovando riparo nella fronda. La storia ha questo ritmo, precipitazione di animale sempre più grande associata a fuga di gran carriera del precedente fino al rincuorante finale.
L’app ruota intorno allo stesso punto di attenzione, l’albero e la sua verticalità, e viene mantenuta anche l’azzeccata soluzione di caduta casuale degli animali (che sono però diversi dal cartaceo). Per provocare la caduta si può scuotere fisicamente l’ipad (è la funzione shake) oppure con il dito si traina il tronco di qua e di là (funzione swipe). A seguito del nostro intervento, strampalati animali piombano a terra e poi con i nostri touch gli animali si animano di piccole reazioni ed effetti sonori. Infine vanno via con strambe mosse, sono belli e buffi, ci sono alci con le corna ad elica, civette, un serpente acrobatico, formiche veloci e koala… Un intero condominio di bestie nascoste appollaiate fra i rami che sembrano in attesa della nostra voglia di interagire.
In Affamato come un lupo, l’impostazione fra le pagine della fuga spericolata di una lepre fucsia è il tema centrale. Spinta dalla diceria che un lupo si stia aggirando nella foresta, la lepre tenta, con risvolti esilaranti, di convincere gli animali che incontra a seguirla per mettersi in salvo. La sua missione si complica perché incontra una lumaca lenta, un ghiro assonnato e un mulo testardo, e infine una talpa molto miope, che sembra determinare le loro sorti ma che non vede che proprio dietro di lei c’è un naso appuntito…
La versione digitale interattiva ha tutto un altro impianto narrativo, tralascia il testo e aderisce a un modello più coinvolgente, trasformando le tavole in schermate con labirinti che proseguono verso destra, come una lunga carrellata.
Si apre sugli stessi personaggi fluorescenti che baldanzosi – sono animazioni autonome – si avviano nella foresta per fare un pranzo al sacco, lo capiamo dal paniere, dalla mela e dalla baguette che portano con loro. Qui devono affrontare una sfida per salvarsi dal minaccioso lupo trovandosi impegnati nell’attraversamento di insidiosi percorsi. Così scappano grazie ai nostri trascinamenti e progressivi touch trovandosi ogni volta di fronte a bivi e a uscite alternative.
Riusciranno a consumare in pace il loro pranzetto? Certo, con il nostro aiuto tutto diventa possibile: superare gli ostacoli, cambiare direzione, tornare indietro in un’avventura di viaggio e spostamenti continui fra esclamazioni intimorite, spassosi versi, e il burbero latrato del lupo.
Un modo snello, allegro e innovativo per arrivare al traguardo e per scoprire che in fondo quel lupo aveva ben altre intenzioni, affamato sì…ma di compagnia!
La storia in Grande Gatto Piccolo Gatto è basata sulla tensione narrativa creata dall’alternanza degli aggettivi Grande e Piccolo e dei due rispettivi soffici protagonisti. Il gatto grande ha oggetti e fa cose grandi, viceversa il piccolo. La narrazione è agile e questo simpatico schema di alternanza linguistica si interrompe quando il gatto piccolo fa una cosa “da grandi”; infatti, per inseguire una lucertola, sale su un grande albero, si diverte e fa incontri ed esperienze ma, quando arriva la notte, si rende conto di non saper scendere dall’albero e gli viene una grande paura. I suoi piccoli MIAO si fanno più potenti fino a svegliare il gatto grande che va in soccorso (spassosissimi gli animali sorpresi con la cuffia per la notte). Il finale è confortante, dopo certe esperienze è necessaria una grande coccola.
L’impianto dell’app, a mio giudizio, è una delle migliori e più creative trasformazioni da cartaceo. Nulla di forzato, nulla di pretestuoso, creatività pura.
I Minibombo hanno preso le competenze dei rispettivi gatti e le hanno inserite in un felice meccanismo di gioco in cui la comprensione logica e la collaborazione del lettore-utente sono la chiave per procedere.
Si apre notte tempo sulle scorribande dei due felini che, trovandosi di fronte ad un alto muro, devono capire come superarlo. Chi deve fare la prima mossa, chi deve attivarsi? Bisogna comprendere quale dei due, di volta in volta, deve essere coinvolto per essere d’aiuto all’altro; solo il gatto grande può salire sul muro per poi far cadere i mattoni che agevolano la salita del piccolo, così come solo quello piccolo è in grado di infilarsi nella grondaia per poi aprire la finestra al gattone.
Così, i due sornioni alleati attraversano la notte in un’incredibile sequenza di capacità, di gioioso e mutuo soccorso, si aiutano, si aspettano, si divertono insieme. Noi siamo attivi fin dall’inizio con touch, dita e testa, siamo noi a aiutare, aspettare, divertirci. La collaborazione fra loro e con noi è indispensabile e viene premiata, le mille avventure comiche dei due protagonisti interattivi ci porta tutti insieme davanti al frigorifero, meta conclusiva di un’app che davvero dispiace finisca. Si può ricominciare subito perché sfugge sempre qualcosa e il secondo giro è ancora più godibile, si apprezzano maggiormente i miagolii, i rumori di contesto e l’effervescente colonna sonora.
In conclusione, le app-gioco dei Minibombo ci supportano nell’avvicinare i bambini a un digitale sano, allegro, ben pensato e ben costruito. Credo che, nel rispetto dei più piccoli, queste attività ludiche interattive siano ideali per entrare nel cambio di linguaggio carta-digitale e che siano preziose anche per far scaturire storie.
Che passione sia!