Autori e illustratori tornano in libreria ma lo fanno in un modo del tutto singolare, ossia portando in vetrina il loro lavoro. Si tratta di “Scrittori in corso” (o illustratori in corso), iniziativa promossa da Davide Calì, fumettista, illustratore e autore per bambini.
Il progetto è partito il 19 febbraio con Daniele Movarelli, Mariapaola Pesce, lo stesso Calì, Sergio Olivotti, Marianna Balducci illustrator, Andrea Oberosler e Irene Penazzi. L’iniziativa coinvolge librerie indipendenti in diverse località italiane e vuole essere un modo sicuro per ricominciare a creare eventi all’interno delle librerie alla presenza degli autori.
Lo scorso 26 febbraio Davide Calì era alla Bottega del Sanconiglio di Novi Ligure (Al), libreria creativa per bambini curiosi. Ecco cosa mi ha raccontato.
Come nasce l’idea di Scrittori in corso?
«Durante il 2020, più precisamente a partire dal mese di maggio, ho iniziato a lanciare diverse iniziative per la promozione del libro, della lettura e soprattutto delle librerie indipendenti. Tra le altre, in questo periodo un po’ “intorpidito”, in cui tutto è fermo, questa iniziativa vuole essere un modo leggero e buffo per organizzare qualcosa di visibile. L’idea è creare appunto un’occasione di incontro nel rispetto delle restrizioni attuali e dare quindi la possibilità alle librerie di proporre qualche iniziativa in questo periodo in cui non si può creare un vero e proprio evento a contatto con il pubblico. Una persona in vetrina che, a un primo sguardo, sembra impegnata nel suo lavoro e non faccia caso a quello che gli accade attorno, sicuramente può colpire e incuriosire».
Come funziona l’iniziativa?
«Ogni libreria coinvolta, da nord a sud, allestisce uno spazio in vetrina all’interno del quale l’autore o l’illustratore si posiziona e fa il proprio lavoro, ossia scrivere o disegnare. Nel contempo, è a disposizione di chi vuole fare due chiacchiere con lui, porre domande, farsi autografare un libro. L’idea è poi quella di creare un piccolo evento su piani diversi: quello locale, puntando appunto sulla curiosità dei passanti ma anche sul pubblico dei lettori affezionati e quello social. Ho chiesto infatti a tutti gli autori di scegliere 5 libri in vendita in quella libreria e presentarli sui propri canali social, con un piccolo streaming prima, durante o dopo l’evento. Ci comporteremo come un qualsiasi cliente che gira per gli scaffali della libreria e sceglie dei titoli, non nostri, che lo colpiscono particolarmente. Vogliamo così promuovere i libri e la lettura in generale. Questo si collega inoltre al progetto della piattaforma Bookdealer, la prima piattaforma di e-commerce in Italia che sostiene le librerie indipendenti»
Davide, ci puoi dire qualcosa sulle tue prossime novità librarie?
«Lavoro sempre a più di un progetto contemporaneamente. In lockdown, per esempio, ho scritto molti racconti. Al momento sono nella fase di editing finale di un romanzo horror, che per me è un po’ una novità, sia perché si tratta del mio primo horror, sia perché è il mio primo romanzo che esce in Italia, mentre in Francia ne sono già usciti altri. Dovrebbe essere pubblicato verso la fine dell’anno e sarà rivolto alla fascia di età 10/12 anni. È molto illustrato e molto inquietante».
Parliamo di uno dei tuoi albi illustrati(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che più amati: “Il venditore di felicità”. Un libro che ha riscosso un notevole successo e che tanti definiscono come “magico”. Secondo te cosa lo rende tale?
«“Il venditore di felicità” è un libro che ci ha stupito e che continua a farlo perché è andato al di là delle aspettative e ne siamo contenti. In Italia ha avuto un grande successo, che sinceramente non ci aspettavamo; siamo alla nona ristampa in 2 anni con 30.000 copie realizzate. Siamo recentemente stati contattati da una compagnia teatrale per allestirne uno spettacolo. È un libro che piace molto forse anche per il periodo storico in cui ci troviamo basti pensare che tantissime persone lo hanno comprato anche durante il primo lockdown, quando non c’erano le librerie aperte. Abbiamo tutti bisogno di molta felicità e credo possa essere stato un veicolo di messaggi positivi in un periodo un po’ triste, anche una forma di appiglio per tante persone. In realtà è qualche anno che questo genere di libro piace, anche prima del covid in realtà eravamo in un periodo di crisi esistenziale ed economica e in molti richiedevano libri un po’ più felici e speranzosi».
Come sta andando in generale il settore dei libri per bambini?
«Dopo i primi mesi di stupore incertezza e di chiusura totale, sembra che l’anno scorso le vendite si siano riprese. Gli editori francesi con cui lavoro da ormai quasi 15 anni mi hanno detto che nel 2020 hanno fatturato di più rispetto all’anno precedente. Io stesso mi sono reso conto che ho comprato molti più libri, in effetti prima avevamo più svaghi, ora invece avere libri è anche un modo per raggiungere dei luoghi lontani. Io per esempio viaggiavo molto e avevo meno tempo per leggere; adesso invece sto un po’ impilando, una cosa che prima non facevo perché di solito compravo e consumavo, mentre ora tengo una specie di mio “tesoretto” confortante».
Cosa pensi degli e-book?
«La diatriba con gli e-book non mi è mai interessata più di tanto. Secondo me non è vero che gli e-book, come i videogiochi, sono la causa del fatto che si legga di meno. Da quello che so io gli e-book si sono scavati un loro mercato, stabilizzandosi principalmente sui classici. Per quello che mi riguarda ho un po’ di difficoltà a leggere a schermo, lo faccio già tutto il giorno per lavoro, per cui se devo leggere preferisco avere il mio libro fisico».
Per concludere, ci sono altre iniziative che stai portando avanti in questo periodo?
«Per i bambini la scorsa estate abbiamo lanciato le letture Hula Hoop e abbiamo riportato, a distanza, gli autori a scuola con l’iniziativa #civediamosuzoom. Per gli insegnanti basta andare in una libreria, meglio se indipendente, comprare i libri degli autori che piacciono di più, leggerli e discuterne con gli studenti e invitare gli autori e/o gli illustratori tramite i social».